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Prestiti a Protestati Prestiti a Protestati

Prestiti a Protestati

Una delle più grosse domande che molti si pongono è: ma esistono e quando vengono concessi i prestiti a protestati?
Per ben rispondere a questa domanda è prima necessario capire cosa è un protesto e cosa implica per una persona essere protestata.

I protesti sono operazioni nelle quali viene dichiarato, pubblicamente, il mancato pagamento di un titolo di credito. Ad una data scadenza, essi rendono eseguibili diversi titoli: assegni bancari, cambiali, tratte accettate e vaglia cambiari.

Nel caso in cui si sia spiacevolmente incorsi in un protesto è comunque, in taluni casi, possibile ottenere un prestito.

Bisogna tenere in considerazione che difficilmente banche e gli istituti finanziari concederanno prestiti a protestati sotto forma di prestito personale (e ancora meno prestito cambializzato soprattutto in presenza di protesti cambiari).
Generalmente uno storico negativo di un richiedente non viene ben considerato da un istituto di credito a meno che non vi siano delle ulteriori garanzie a fronte della cifra concessa.

I prestiti a protestati generalmente pubblicizzati sono generalmente rivolti a lavoratori dipendenti e pensionati poichè in tale caso è possibile "aggirare" il protesto con un finanziamento tramite cessione del quinto stipendio e prestito delega.
Questa tipologia di finanziamenti, utilizzando una forma di rimborso alla fonte (è il datore di lavoro o l'istituto di previdenza pensionistica che versa la rata alla finanziaria), non necessitano di ulteriori garanzie da parte del richiedente.

L'alternativa per l'ottenimento di altre forme di credito (soprattutto nel caso di lavoratori autonomi e liberi professionisti che non possono accedere alla cessione del quinto) è procedere preventivamente con la cancellazione del protesto.

La cancellazione avviene solo ed esclusivamente nel caso il debito non saldato in precedenza venga correttamente estinto. A tal fine, occorre presentare al Presidente del Tribunale una richiesta di riabilitazione e, in caso la stessa non venga accettata, il debitore ha 10 giorni di tempo per presentare reclamo presso la Corte d’Appello.