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Prestiti fra famigliari Prestiti fra famigliari

Prestiti fra famigliari

Come sfruttare i prestiti fra famigliari per ottenere nuova liquidità senza incorrere nell’attenzione dell’Agenzia delle Entrate: è possibile? Innanzitutto, bisogna specificare che questo genere di finanziamenti è perfettamente legale, nonostante possano attirare controlli più approfonditi da parte del Fisco, se non eseguiti in maniera corretta. Inoltre, si tratta di una soluzione molto utile per chi avesse bisogno immediato di un certo importo di denaro per qualsiasi utilizzo: pagare delle spese mediche, acquistare un autoveicolo, finanziarsi gli studi. Questi sono alcuni esempi dei bisogni che possono spingere un cittadino a richiedere un prestito a un famigliare.

Perché rivolgersi a un membro della propria famiglia per un finanziamento e non richiedere un prestito personale ad esempio? Il motivo principale può essere che si è legati a questa persona da un rapporto di fiducia talmente forte da facilitare l’accordo sulle condizioni del finanziamento. Inoltre, un altro aspetto da non sottovalutare è l’accesso ad altre forme di credito: se una persona non può richiedere un finanziamento a una banca e si trova in difficoltà a reperire un prestito anche nelle sue forme agevolate, la famiglia diventa una risorsa fondamentale. Chi si trova in questa condizione può essere un cattivo pagatore, ossia un utente segnalato come inaffidabile per non aver rimborsato un precedente finanziamento, oppure semplicemente non può presentare garanzie sufficienti a convincere una banca ad erogare l’importo desiderato.

Tutto questo non deve però far pensare che i prestiti fra parenti siano senza regole e condizioni. Alla base c’è infatti sempre un accordo fra le parti, che determina le condizioni del finanziamento. Ovviamente queste condizioni possono essere vantaggiose: spesso questi trasferimenti di denaro rientrano nella categoria dei prestiti infruttiferi, che non richiedono il pagamento di un tasso di interesse al creditore.

Tuttavia, è sempre bene che l’accordo sia sancito da una scrittura privata, che descriva chiaramente le condizioni del prestito e altre informazioni fondamentali, come  i dati anagrafici delle parti, il codice fiscale, le modalità e le scadenze di rimborso, la causale del prestito ed eventuali altre clausole previste fra le parti, come le penali per un ritardo nel pagamento o gli interessi. Tutte le pagine devono poi essere firmate, certificando anche la data della firma con il timbro di un Ufficio Postale. Tutto questo è necessario affinché il Fisco non consideri un prestito fra parenti come un’entrata non dichiarata, su cui comminare una sanzione, dopo che le nuove norme sull’antiriciclaggio hanno stretto i controlli sulle entrate sui conti correnti: bisogna quindi registrare la scrittura privata dei prestiti fra famigliari presso l’Agenzia delle Entrate oppure scambiarla tramite raccomandata a/r.