Prestiti

Prestiti con partita IVA
I prestiti con partita IVA sono rivolti ai professionisti che operano sotto questo regime fiscale, che altrimenti incontrerebbero delle difficoltà nell'accesso al credito. I lavoratori autonomi e i professionisti infatti non hanno una busta paga da presentare alla banca, in modo da certificare un reddito dimostrabile e stabile. La busta paga è proprio una delle principali garanzie economiche che una banca chiede per erogare un finanziamento: le categorie professionali che non sono in grado di esibirla possono dunque trovarsi in maggiore difficoltà rispetto ai lavoratori dipendenti.
Una possibilità di finanziamento con partita IVA è costituita dal Fondo di Garanzia messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, dedicato proprio alle partite IVA e alle piccole imprese. Il Fondo non eroga direttamente il prestito, ma fornisce un aiuto per quanto riguarda le garanzie, grazie a una dotazione finanziaria, che, al momento del suo lancio del 2015, ammontava a 40 milioni di euro. Per accedere alle garanzie è necessario compilare una domanda online direttamente sul sito web del Fondo, prenotando una garanzia: entro 5 giorni dalla prenotazione, si deve poi presentare il progetto da finanziare.
Il Fondo, qualora il progetto venga accettato, consente di accedere a prestiti per lavoratori autonomi e titolari di partita IVA da 25.000 euro, da restituire in sette anni. Si può poi arrivare anche a 35.000 euro se le ultime sei rate di rimborso sono state versate senza ritardi e se sono stati raggiunti i risultati intermedi di progetto concordati con l’istituto di credito che ha materialmente erogato il finanziamento. Il tasso di interesse applicato a questi prestiti è calcolato sulla base delle previsioni trimestrali della Banca d’Italia. Infine, le rate sono trimestrali, e non mensili.
Con il Fondo di Garanzia per prestiti con partita IVA si possono finanziare diverse azioni di intervento, a partire dall’acquisto di beni o servizi strumentali all'attività professionale o di impresa. È poi possibile richiedere risorse per retribuire nuovi dipendenti o soci lavoratori, sostenendo quindi un ampliamento dell’attività. Infine, sono ricomprese anche le attività formative (per le quali si può anche chiedere un rimborso in 10 anni): corsi di formazione professionale sia per il lavoratore autonomo, che per eventuali dipendenti, oppure percorsi formativi per agevolare l’inserimento nel mondo lavorativo.
Una possibilità di finanziamento con partita IVA è costituita dal Fondo di Garanzia messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, dedicato proprio alle partite IVA e alle piccole imprese. Il Fondo non eroga direttamente il prestito, ma fornisce un aiuto per quanto riguarda le garanzie, grazie a una dotazione finanziaria, che, al momento del suo lancio del 2015, ammontava a 40 milioni di euro. Per accedere alle garanzie è necessario compilare una domanda online direttamente sul sito web del Fondo, prenotando una garanzia: entro 5 giorni dalla prenotazione, si deve poi presentare il progetto da finanziare.
Il Fondo, qualora il progetto venga accettato, consente di accedere a prestiti per lavoratori autonomi e titolari di partita IVA da 25.000 euro, da restituire in sette anni. Si può poi arrivare anche a 35.000 euro se le ultime sei rate di rimborso sono state versate senza ritardi e se sono stati raggiunti i risultati intermedi di progetto concordati con l’istituto di credito che ha materialmente erogato il finanziamento. Il tasso di interesse applicato a questi prestiti è calcolato sulla base delle previsioni trimestrali della Banca d’Italia. Infine, le rate sono trimestrali, e non mensili.
Con il Fondo di Garanzia per prestiti con partita IVA si possono finanziare diverse azioni di intervento, a partire dall’acquisto di beni o servizi strumentali all'attività professionale o di impresa. È poi possibile richiedere risorse per retribuire nuovi dipendenti o soci lavoratori, sostenendo quindi un ampliamento dell’attività. Infine, sono ricomprese anche le attività formative (per le quali si può anche chiedere un rimborso in 10 anni): corsi di formazione professionale sia per il lavoratore autonomo, che per eventuali dipendenti, oppure percorsi formativi per agevolare l’inserimento nel mondo lavorativo.



