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Prestiti aziendali Prestiti aziendali

Prestiti aziendali

I prestiti aziendali possono essere utilizzati per finanziare le attività di impresa o per erogare un finanziamento a un dipendente che ne faccia richiesta. Si tratta di due tipologie di prestito differenti, che spesso vengono indicate con la stessa denominazione: prestiti aziendali, appunto. Chiarendo che le due forme di prestito hanno caratteristiche differenti, bisogna però sottolineare che si tratta in entrambi i casi di prestiti finalizzati, ossia strettamente legati a una specifica finalità o obiettivo. Per questo motivo, possono godere di certe agevolazioni o benefici fiscali.

La forma più diffusa di prestito aziendale in Italia è quella dei prestiti finalizzati al sostegno delle attività di impresa o di un libero professionista da parte di una banca o di un altro istituto finanziario. Notoriamente, per un libero professionista o giovane imprenditore è più difficile accedere al credito rispetto a un lavoratore dipendente, che può presentare delle buste paga attestanti la sua solidità economica. Al contrario, chi fa impresa, soprattutto se questa è in fase di lancio (le start-up), deve dimostrare di poter essere un interlocutore affidabile per la banca.

Per questo motivo, la richiesta di finanziamento deve essere spesso accompagnata dalla descrizione delle future attività dell’impresa, in modo che la banca si convinca della profittabilità del suo investimento e conceda il prestito, sicura di essere poi rimborsata con gli interessi. Sebbene infatti alcuni prestiti di questo genere possano godere di condizioni agevolate grazie a forme di garanzie pubbliche, prevedono comunque un tasso di interesse da riconoscere al creditore.

Un’altra forma di finanziamento aziendale, molto usata negli Stati Uniti, e che potrebbe diffondersi anche in Italia, è quella del prestito da parte del datore di lavoro al proprio dipendente che ne faccia richiesta. In questo caso, il finanziamento potrebbe anche avere un tasso di interesse inferiore rispetto a quello di mercato, all’interno di un contesto collaborativo di impresa: si tratterebbe dunque di un fringe benefit, ossia una forma di “pagamento” ulteriore rispetto alla normale retribuzione.

Il vantaggio di questi prestiti aziendali non è diretto solo al dipendente, che evita di rivolgersi alla banca (certo, dovrà comunque trattare con il proprio datore di lavoro), ma anche per l’impresa, che su questi prestiti otterrà comunque un interesse e un trattamento fiscale e contributivo agevolato.