Mutui

Imposta sostitutiva mutuo
L’imposta sostitutiva mutuo è uno dei tanti costi da tenere in considerazione al momento in cui si decide di richiedere un mutuo per acquistare casa. Non solo infatti il prestito prevederà la restituzione degli interessi alla banca, ma devono essere conteggiate anche altre voci, come le spese notarili e i costi dell’assicurazione, oltre all’eventuale commissione per l’agenzie immobiliare, le spese di perizia e, ovviamente, le imposte.
Normalmente, l’acquisto di un’abitazione attraverso un mutuo prevede il pagamento di un’imposta di registro (per la registrazione della compravendita presso i pubblici uffici competenti), un’imposta di bollo sugli atti notarili e non necessari per l’acquisto e le imposte ipotecaria e catastale. Queste sono sottoposte a una normativa che distingue condizioni più favorevoli per coloro che acquistano la prima casa.
Anche l’imposta sostitutiva segue questo schema. Innanzitutto, come indica la denominazione, questa imposta sostituisce tutte le altre. Se pagate l’imposta sostitutiva dunque, non dovrete preoccuparvi di quelle elencate finora: catastale, ipotecaria, di bollo e di registro. Comunque, indipendentemente dal fatto che si tratti dell’acquisto di una prima o seconda casa, questa imposta si calcola sull’importo finanziato, non sul valore dell’immobile. Quindi sarà espressa da una percentuale sulla somma ricevuta in prestito dalla banca.
Questa percentuale è pari allo 0,25% dell’importo erogato per l’acquisto della prima casa, solamente se l’ente che ha concesso il prestito è una banca oppure una finanziaria pacificata e l’immobile venga acquistato a scopo abitativo. Quest’ultima previsione è decisiva, perché è la stessa che concede l’accesso alle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, fra cui, appunto, un’imposta sostitutiva vantaggiosa.
L’imposta sostitutiva mutuo cambia invece, salendo al 2%, nel caso in cui si acquisti un immobile non adibito a prima casa o di lusso. Questa aliquota si applica sempre al valore dell’importo finanziato, anche per lavori di ristrutturazione.
Normalmente, l’acquisto di un’abitazione attraverso un mutuo prevede il pagamento di un’imposta di registro (per la registrazione della compravendita presso i pubblici uffici competenti), un’imposta di bollo sugli atti notarili e non necessari per l’acquisto e le imposte ipotecaria e catastale. Queste sono sottoposte a una normativa che distingue condizioni più favorevoli per coloro che acquistano la prima casa.
Anche l’imposta sostitutiva segue questo schema. Innanzitutto, come indica la denominazione, questa imposta sostituisce tutte le altre. Se pagate l’imposta sostitutiva dunque, non dovrete preoccuparvi di quelle elencate finora: catastale, ipotecaria, di bollo e di registro. Comunque, indipendentemente dal fatto che si tratti dell’acquisto di una prima o seconda casa, questa imposta si calcola sull’importo finanziato, non sul valore dell’immobile. Quindi sarà espressa da una percentuale sulla somma ricevuta in prestito dalla banca.
Questa percentuale è pari allo 0,25% dell’importo erogato per l’acquisto della prima casa, solamente se l’ente che ha concesso il prestito è una banca oppure una finanziaria pacificata e l’immobile venga acquistato a scopo abitativo. Quest’ultima previsione è decisiva, perché è la stessa che concede l’accesso alle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, fra cui, appunto, un’imposta sostitutiva vantaggiosa.
L’imposta sostitutiva mutuo cambia invece, salendo al 2%, nel caso in cui si acquisti un immobile non adibito a prima casa o di lusso. Questa aliquota si applica sempre al valore dell’importo finanziato, anche per lavori di ristrutturazione.



