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Legge 895 - Il regolamento di attuazione della legge 180/50
Legge 895 - Il regolamento di attuazione della legge 180/50
La legge 895 è un regolamento di attuazione della legge 180/50, che regola ormai da molti anni i prestiti con cessione del quinto, uno dei finanziamenti più affidabili disponibili sul mercato. Entrambi gli atti normativi risalgono al 1950, a dimostrazione di come questa tipologia di prestiti sia diffusa da molto tempo. La legge ‘originale’ è la numero 180 del 1950, che delinea un quadro generale sulle regole che disciplinano la cessione del quinto. Come accade ancora oggi con molti atti legislativi, anche questa legge ha avuto bisogno di un regolamento attuativo che ne concretizzasse le disposizioni: si tratta proprio del regolamento 895 del 1950.
Spieghiamo innanzitutto come funziona la cessione del quinto. Questa formula di prestito consente di ottenere un finanziamento sia da istituti di credito, sia da enti pubblici come l’INPS. La caratteristica principale di questi finanziamenti è che l’importo della rata mensile di rimborso non può superare il 20% dello stipendio o della pensione mensile di chi ne ha fatto richiesta. Il 20% equivale proprio ad un quinto del reddito, da qui la denominazione di cessione del quinto. Questa formula di rimborso garantisce al debitore una certa tranquillità nella restituzione del capitale, perché le rate seguiranno l’andamento dello stipendio o della pensione.
Anche questa prima definizione del funzionamento della cessione del quinto viene delineata dalla legge 895. Il regolamento in questione però disciplina nel dettaglio molti altri aspetti di questi finanziamenti, come la necessità di stipulare un’assicurazione sulla vita per garantire il rimborso al creditore, oppure la possibilità, in certe circostanze, di poter ottenere una rata che salga fino al 40% del reddito mensile.
Essendo una legge molto datata, questa norma regola anche degli aspetti che potremmo dare per scontati: ad esempio, l’articolo 29 prevede che la quota di stipendio corrispondente alla rata debba essere versata entro il mese successivo alla mensilità a cui fa riferimento. Oppure, la medesima legge richiede che il periodo massimo di rimborso sia di 10 anni e che il calcolo del quinto si debba svolgere sull'ammontare netto dello stipendio. L’articolo 26 stabilisce invece che gli interessi vadano trattenuti in anticipo al momento della somministrazione del prestito.
Bisogna però sottolineare che la legge 895, regolamento di attuazione della legge 180/50, era applicabile solo ai dipendenti pubblici, che oggi possono accedere alla cessione del quinto tramite l’INPS. Invece, solo in anni più recenti, con la legge 311/2005 e 80/2005, è stata estesa questa opportunità anche ai dipendenti nel settore privato e ai pensionati.
Spieghiamo innanzitutto come funziona la cessione del quinto. Questa formula di prestito consente di ottenere un finanziamento sia da istituti di credito, sia da enti pubblici come l’INPS. La caratteristica principale di questi finanziamenti è che l’importo della rata mensile di rimborso non può superare il 20% dello stipendio o della pensione mensile di chi ne ha fatto richiesta. Il 20% equivale proprio ad un quinto del reddito, da qui la denominazione di cessione del quinto. Questa formula di rimborso garantisce al debitore una certa tranquillità nella restituzione del capitale, perché le rate seguiranno l’andamento dello stipendio o della pensione.
Anche questa prima definizione del funzionamento della cessione del quinto viene delineata dalla legge 895. Il regolamento in questione però disciplina nel dettaglio molti altri aspetti di questi finanziamenti, come la necessità di stipulare un’assicurazione sulla vita per garantire il rimborso al creditore, oppure la possibilità, in certe circostanze, di poter ottenere una rata che salga fino al 40% del reddito mensile.
Essendo una legge molto datata, questa norma regola anche degli aspetti che potremmo dare per scontati: ad esempio, l’articolo 29 prevede che la quota di stipendio corrispondente alla rata debba essere versata entro il mese successivo alla mensilità a cui fa riferimento. Oppure, la medesima legge richiede che il periodo massimo di rimborso sia di 10 anni e che il calcolo del quinto si debba svolgere sull'ammontare netto dello stipendio. L’articolo 26 stabilisce invece che gli interessi vadano trattenuti in anticipo al momento della somministrazione del prestito.
Bisogna però sottolineare che la legge 895, regolamento di attuazione della legge 180/50, era applicabile solo ai dipendenti pubblici, che oggi possono accedere alla cessione del quinto tramite l’INPS. Invece, solo in anni più recenti, con la legge 311/2005 e 80/2005, è stata estesa questa opportunità anche ai dipendenti nel settore privato e ai pensionati.